Casa: il modenese Marco Galante nuovo presidente di Confcooperative Habitat ER
È il modenese Marco Galante il nuovo presidente di Confcooperative Habitat Emilia Romagna, l’organismo che riunisce 57 cooperative di abitazione e di comunità, con oltre 16 mila soci e un valore della produzione di circa 30 milioni di euro.
Cinquantanove anni, responsabile promozione e sviluppo (nonché vicepresidente) della cooperativa di abitazione Unioncasa di Modena, Galante è stato eletto all’unanimità nel corso dell’assemblea regionale di Confcooperative Habitat. Prende il posto di Luca Bracci, presidente del Consorzio Habitat di Rimini, che ha guidato la federazione regionale negli ultimi otto anni.
«Fiscalità e investimenti sulla casa vanno sempre più orientati a favore dei giovani, perché qualsiasi iniziativa finalizzata a sostenere la natalità non può prescindere dal tema dell’abitazione – dichiara il neopresidente di Confcooperative Habitat ER –
Per questo chiediamo alle istituzioni che le politiche di edilizia sociale residenziale consentano ai ragazzi di avviare progetti di vita autonoma e li aiutino a riacquistare fiducia nel futuro.
Ringrazio il presidente uscente Bracci per il lavoro svolto in questi anni e sono grato ai cooperatori che mi hanno affidato questa responsabilità, che arriva in un momento storico per la nostra federazione, dal momento che a partire da questa assemblea le cooperative di comunità entrano a fare parte di Habitat.
È una straordinaria opportunità per fare crescere insieme due settori, quello dell’abitazione e quello delle imprese comunitarie, che possono contaminarsi e fare sinergie per dare risposte sempre più efficaci ai bisogni dei nostri territori», conclude Marco Galante.
Nel corso dell’assemblea si è infatti provveduto a formalizzare l’ingresso delle 26 cooperative di comunità aderenti a Confcooperative in regione all’interno della federazione Habitat.
Nel congedarsi dal suo incarico durato due mandati, il presidente uscente di Confcooperative Habitat Emilia Romagna Luca Bracci ha sottolineato l’importanza di «investire in politiche di edilizia residenziale sociale diffusa, che coinvolgano anche i piccoli centri per dare risposte a quella ‘fascia grigia’ della popolazione che non accede alle liste degli alloggi pubblici e non può permettersi i prezzi di mercato.
Siamo convinti che, seppure in mezzo a tante emergenze, anche in futuro la Regione saprà trovare adeguate risorse per fornire queste risposte con il contributo della cooperazione di abitazione.
A livello nazionale occorre lavorare per una legislazione favorevole all’edilizia residenziale sociale, a partire dal ripristino del leasing immobiliare abitativo che – ha concluso Bracci – ha consentito alle famiglie di acquistare un appartamento pagando un canone mensile con la possibilità di detrarre il 19% sull’intero prezzo».
Dopo i saluti del presidente di Confcooperative Emilia Romagna Francesco Milza e del presidente nazionale di Confcooperative Habitat Alessandro Maggioni, sono intervenute la vicepresidente della Regione con delega alle Politiche abitative Elly Schlein e l’assessore a Montagna e Aree Interne Barbara Lori.
«Siamo al lavoro per definire un Patto per la Casa che dia risposte a quella fascia di popolazione che non riesce ad accedere all’edilizia residenziale pubblica o che fatica a sostenere i canoni di mercato – ha annunciato in assemblea Elly Schlein –
Dopo aver triplicato i contributi per l’affitto negli ultimi due anni e aver investito 20 milioni di euro nell’Erp (edilizia residenziale pubblica), l’impegno sul tema casa continua e dobbiamo ampliare gli strumenti a disposizione di questi nuclei familiari.
Vogliamo farlo con il contributo e l’esperienza delle cooperative di abitazione, alle quali chiediamo di partecipare attivamente a questo Patto per la Casa sul quale la Regione investirà 4 milioni quest’anno e altri 3 l’anno prossimo. Avremo bisogno di partner come le cooperative per individuare nuovi alloggi da recuperare e mettere a disposizione delle famiglie a prezzi calmierati e accessibili».
«Le recenti norme e l’opportunità di attivare nuovi processi partecipativi che vedano un coinvolgimento ampio di istituzioni e cittadini ci hanno portato, fin da inizio legislatura e con la condivisione del Patto per il Lavoro e il Clima, a promuovere iniziative nel segno dell’innovazione sociale e della coprogettazione – ha aggiunto Barbara Lori, assessore a Montagna, aree interne e programmazione territoriale –
Faccio due esempi: la nuova legge regionale sulle cooperative di comunità quale opportunità per il rilancio dei territori più marginali approvata dalla giunta nel mese di aprile, attualmente in discussione in assemblea, e il bando per la rigenerazione di edifici pubblici e la riattivazione di attività e servizi per le comunità che ha finanziato con 47 milioni di euro ottanta progetti di comuni di piccole dimensioni.
È un quadro in cui la sinergia tra istituzioni e cooperazione può svolgere un ruolo fondamentale per il contrasto alle diseguaglianze sociali e territoriali».