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Confcooperative Modena

Chiara Laghi confermata presidente di Confcooperative Cultura Turismo Sport Emilia-Romagna

Chiara Laghi è stata confermata all’unanimità presidente di Confcooperative Cultura Turismo Sport Emilia-Romagna, l’organismo regionale che rappresenta e tutela 148 cooperative attive nei tre diversi settori, con 9.232 soci, 1.287 addetti e un volume d’affari complessivo di 50 milioni di euro.

L’elezione è arrivata al termine dell’assemblea svoltasi questa mattina a Bologna. Nel nuovo consiglio ci sono anche tre donne modenesi: Tania Borelli (Abate Road 66), Elisa Pedroni (Anderlini dal 1985) e Francesca Sessa (La Carovana).

Sono intervenuti all’assemblea (tra gli altri) l’ex ct della nazionale italiana di pallavolo Mauro Berruto, il direttore del centro studi e vicesegretario generale di Unioncamere Emilia-Romagna Guido Caselli e l’assessore regionale a Turismo e Commercio Andrea Corsini. I lavori sono stati aperti dal saluto del presidente di Confcooperative Emilia-Romagna Francesco Milza, mentre le conclusioni sono state affidate alla presidente nazionale di Confcooperative Cultura Turismo Sport Irene Bongiovanni.

Faentina, 44 anni, fin dall’inizio della sua attività professionale impegnata nella cooperazione culturale con particolare attenzione alla collaborazione con enti pubblici ed ecclesiastici, Chiara Laghi inizia così il suo secondo mandato alla presidenza della federazione regionale che ha guidato negli ultimi quattro anni, nel corso dei quali ha ricoperto anche l’incarico di vicepresidente nazionale.

«La pandemia ha mostrato la vulnerabilità dei nostri settori, a torto considerati spesso non essenziali. Noi riteniamo, invece che cultura, turismo e sport abbiano una funzione fondamentale per la nostra società, anche in termini di prevenzione di problemi sociali, sanitari ed educativi. È una funzione che va pienamente riconosciuta.

Sono stati anni molto difficili, le nostre imprese sono diminuite e, rispetto al periodo pre-pandemia, i fatturati si sono fortemente ridotti a causa dello stop generalizzato a quasi tutte le attività. Non bastasse, adesso ci troviamo a fare i conti con i rincari energetici e in generale con l’inflazione, che indurrà le famiglie a ridurre ulteriormente l’accesso ai servizi offerti dalle nostre imprese».

La riconfermata presidente ha voluto ugualmente porre l’accento sull’ottimismo che deve caratterizzare questi settori. «Non possiamo più limitarci a svolgere l’attività di rappresentanza istituzionale, come fatto in questi anni – ha chiosato Laghi – perché, anche alla luce delle opportunità aperte dal Pnrr, la nostra federazione è chiamata a essere propulsore e promotore di progettualità e iniziative capaci di mettere insieme territori, settori produttivi diversi, competenze e tecnologie.

Come accaduto con i recenti “bandi borghi” o con strumenti come l’Art Bonus, la funzione della cooperazione culturale, turismo e sport è farsi strumento di co-progettazione al servizio delle nostre comunità».

«Sport e cultura rappresentano elementi fondamentali della nostra offerta turistica regionale, soprattutto in chiave di marketing territoriale – ha dichiarato Andrea Corsini, assessore regionale a Turismo e Commercio – Pensiamo, ad esempio, ai cento grandi eventi sportivi che ospiteremo quest’anno, a partire dalla Formula 1 a Imola con l’indotto che genera, e al boom che hanno conosciuto i cammini religiosi e spirituali, per i quali abbiamo sottoscritto un apposito accordo con la Conferenza episcopale.

È soprattutto in ambiti come questi che la cooperazione può contribuire allo sviluppo dei territori, nonostante tutte le difficoltà che questi settori hanno vissuto negli ultimi due anni».

Cultura, turismo e sport: focus Unioncamere

Secondo i dati del Registro imprese elaborati da Unioncamere Emilia-Romagna, negli ultimi sei anni (2015-2021) la cooperazione nei settori cultura, editoria, turismo e sport in regione ha registrato una riduzione del numero di imprese (-12,1%, scese a 695) in linea con la flessione generale di tutte le cooperative (-11,4%, pari a 4.562).

In controtendenza, in termini positivi, il numero degli addetti che per le cooperative emiliano-romagnole di questa filiera ha conosciuto nel periodo 2015-2021 un aumento del 19% (+8,3% nel raffronto sul 2020), contro una sostanziale tenuta (+0,2%) per gli addetti nel totale delle cooperative (242.074) e un aumento leggermente più contenuto rispetto al totale imprese di tutti i comparti interessati (+17,2%).

A trainare questa crescita è stato indubbiamente il settore sportivo, che negli ultimi sei anni ha registrato un vero e proprio boom di addetti nelle cooperative (+127%), seguito da media ed editoria (+66%) e da cultura (+22%).

Per quanto riguarda i fatturati, tra il 2016 e il 2019 si è registrato un incremento del 2,5% per le cooperative (+6,8% per il totale della filiera), ma il lockdown del 2020 ha penalizzato fortemente i bilanci di queste imprese che in un solo anno (confronto 2019-2020) hanno registrato una riduzione del 24,3% per le cooperative e del 20,4% per le altre forme di impresa.

«La sfida del futuro per questi settori si gioca principalmente nella capacità di rispondere alle richieste di nuovi lavori che provengono dal mercato – ha spiegato nel suo intervento Guido Caselli, vicesegretario generale di Unioncamere Emilia-Romagna – Il 46% dei profili professionali richiesti dalle imprese è difficile da trovare sul mercato del lavoro, spesso per carenza di competenze: mancano data analyst, esperti di realtà aumentata e blockchain.

Mancano soprattutto quelle competenze in ambito digitale che oggi rappresentano un requisito fondamentale anche per chi lavora nella cultura ed editoria, turismo e ospitalità, così come nello sport.

La crescita di questi comparti passa soprattutto dalla capacità di trovare risposte a questa esigenza di nuove competenze».