Back to top

Confcooperative Modena

Lambrusco: un tavolo operativo contro la flavescenza dorata

Agire insieme per far fronte all’avanzare della flavescenza dorata, una malattia che sta procurando serie difficoltà ai vigneti e ai viticoltori.

È l’obiettivo del tavolo operativo permanente istituito dalla Regione Emilia-Romagna a seguito di un primo incontro avvenuto nei giorni scorsi presso il Consorzio Tutela Lambrusco. Del tavolo, aperto a tutto il territorio regionale, faranno parte i Consorzi e le organizzazioni professionali agricole e agroalimentari.

Per contrastare la flavescenza dorata, che sta registrando una rilevante diffusione in tutte le province dell’Emilia-Romagna, sia in pianura che in collina, serve un approccio coordinato per monitorare l’evoluzione della situazione e studiare le misure da mettere in campo. Questo si concretizzerà in un piano triennale con incontri periodici tra gli attori coinvolti. Il prossimo appuntamento è previsto tra un mese.

«Il nostro Consorzio è stato tra i primi promotori di questo spazio di confronto, dopo aver preso atto delle difficoltà crescenti che i nostri viticoltori si sono trovati ad affrontare – afferma il presidente del Consorzio Tutela Lambrusco Claudio Biondi – Ringraziamo la Regione per essersi fatta portavoce di questo appello e aver compreso l’entità del fenomeno. Il tavolo operativo permanente sarà un elemento fondamentale: agire in sinergia è essenziale per raggiungere risultati efficaci nel più breve tempo possibile».

«La flavescenza dorata è un problema serio che riguarda le produzioni vitivinicole del nostro territorio – riconosce l’assessore regionale all’Agricoltura e agroalimentare Alessio Mammi – La Regione sta intervenendo attraverso diverse azioni. Abbiamo proposto un coordinamento interregionale con le altre regioni colpite, in stretto raccordo con il Ministero per le Politiche agricole, per promuovere misure di prevenzione delle infestazioni e dare supporto alla filiera viticola danneggiata, indennizzando i viticoltori colpiti e promuovendo l’estirpo dei vigneti e il loro reimpianto.

Va poi rafforzata l’attività di controllo sul territorio per far estirpare tempestivamente tutte le piante sintomatiche che costituiscono il bacino dell’inoculo nei vigneti in produzione e in quelli incolti o abbandonati. Nel frattempo la Regione ha portato all’ordine del giorno della commissione nazionale politiche agricole della Conferenza Stato-Regioni le grosse criticità causate dalla flavescenza, trovando l’attenzione delle altre Regioni coinvolte».

Un’attenzione specifica sarà dedicata al monitoraggio territoriale delle popolazioni dell’insetto vettore della malattia al fine di perfezionare le strategie di contenimento che dovranno contare su trattamenti di sicura efficacia, anche prevedendo nel breve periodo usi eccezionali di principi attivi.

Tra i punti chiave della strategia di contenimento e contrasto alla flavescenza dorata, ci saranno anche azioni di formazione e sensibilizzazione rivolte a chi si occupa della gestione dei vigneti allo scopo di diffondere le corrette pratiche fitosanitarie da adottare. Questo a partire dagli interventi sulle barbatelle (le piantine di vite da impianto), che devono essere sane e certificate, con l’invito a utilizzare il più possibile materiale vivaistico termotrattato. Attenzione andrà, inoltre, posta all’individuazione di nuove strategie di difesa e contrasto alla malattia anche attraverso la sperimentazione di nuovi formulati.

Ricordiamo che la flavescenza dorata è una patologia causata da un fitoplasma trasmesso da un insetto vettore, chiamato scafoideo. È una cicalina che pungendo una pianta malata trasmette la malattia sulle piante sane vicine, sulle quali si sposta la malattia, che si riconosce per l’ingiallimento e arrossamento delle foglie, colpisce le piante e causa gravi danni alla produzione. Al momento non esiste una cura risolutiva per la flavescenza dorata; gli unici interventi sono preventivi (estirpazione tempestiva delle piante malate e lotta contro l’insetto vettore). Le piante sintomatiche visibili oggi nei vigneti in molti casi sono il frutto di infezioni dell’anno precedente.

Per più di vent’anni la patologia è stata tenuta sotto controllo con gli interventi prescritti.

Le possibili cause dell’attuale recrudescenza sono legate alla diminuita percezione collettiva del rischio di ritorno della malattia, con un abbassamento degli interventi preventivi, e la minor efficacia dei trattamenti disponibili, oltre agli effetti dei cambiamenti climatici in corso, in particolare con temperature più alte nel periodo fine estate-autunno.

Per ulteriori informazioni: www.lambrusco.net