Mediando: «Giovani e violenza, la scuola è il ’luogo chiave’»
Sempre più casi di cronaca lo confermano: anche a Modena tra le nuove generazioni dilaga la violenza.
Il Carlino Modena ha parlato di questo fenomeno con Samuele Mollicone, presidente della cooperativa sociale Mediando (aderente a Confcooperative Terre d’Emilia), che da anni si occupa della gestione dei conflitti collaborando con scuole, enti pubblici e aziende del territorio.
«Quando si parla di disagio giovanile, ci si trova ad affrontare due elementi – ha detto Mollicone, intervistato dal giornalista Jacopo Gozzi – Da un lato c’è la relazione con un mondo adulto nel quale gli adolescenti faticano a riconoscersi; dall’altro, si riscontra una grande difficoltà nella gestione delle emozioni dei più giovani.
Quest’ultimo fenomeno, in particolare, provoca delle conseguenze che non vanno sottovalutate.
Spesso, a livello mediatico, ci si occupa della violenza che si manifesta nei confronti degli altri; tuttavia, è importante ribadire che ci troviamo di fronte a un numero in forte crescita di adolescenti che ’implodono’ e rivelano il loro disagio in modo meno eclatante, ma ugualmente pericoloso, soprattutto verso se stessi».
Secondo Mollicone le cause di questo disagio risiedono da una parte nell’adultizzazione di bambini e preadolescenti, dall’altra nel fatto che tanti ragazzi stanno diventando giovani adulti, ma faticano a uscire dalle dinamiche adolescenziali.
«Ciò è dovuto, in gran parte, alle sollecitazioni della rete, che si focalizza su questi soggetti come potenziali consumatori, senza tener conto del loro sviluppo psicologico ed emotivo. Ancora, oggi nel mondo giovanile esiste una cultura che tende a esternare la violenza: addirittura, alcuni gruppi ragionano con una logica che assomiglia a quella dei ’clan’. Non avendo fiducia nel mondo adulto, anch’esso fragile, tendono a chiudersi nel loro contesto sociale in un clima autoreferenziale e protettivo».
In questo scenario preoccupa la situazione dei minori stranieri non accompagnati.
«Sono una categoria particolarmente a rischio, a Modena in questo momento ci troviamo in seria difficoltà – ammette il presidente di Mediando – Questi adolescenti si trovano a vivere una fase, già fortemente sotto pressione, con una debolezza in più degli altri. La violenza che esprimono replica spesso quella che hanno subìto nel viaggio verso l’Italia o nei contesti sociali dai quali provengono.
A Modena ci sono le competenze per gestire certe situazioni, ma il numero di minori è così elevato che le strutture non bastano. Oggi è necessario che la società investa per non abbandonare questi ragazzi: sarebbe un grave errore, sia verso di loro, sia nei confronti della comunità».
Per Mollicone il disagio giovanile si può prevenire solo con la prossimità verso i ragazzi: è decisiva, se manca non si può mettere in atto alcun progetto di prevenzione.
«Per aiutare gli adolescenti, è importantissimo strutturare relazioni positive con loro, in un’età nella quale in tanti non riescono ad aprirsi facilmente.
L’esperienza di Mediando dimostra come il luogo più importante in cui si può intervenire è la scuola; è una delle poche istituzioni – conclude Samuele Mollicone – che può aprire le porte a relazioni diverse rispetto a quelle che si sperimentano nei propri contesti sociali».