Parmigiano Reggiano: ok a bilancio preventivo 2023 e piano regolazione offerta 2023-25
Si è svolta oggi – mercoledì 14 dicembre – a Reggio Emilia l’assemblea generale del Consorzio del Parmigiano Reggiano, convocata per l’approvazione del bilancio preventivo 2023 e delle leve di flessibilità del piano regolazione offerta 2023-25.
La plenaria ha deliberato un bilancio record, con 56,5 milioni di euro di ricavi.
17 milioni di euro andranno a coprire i costi di funzionamento del Consorzio, mentre le risorse destinate alle attività saranno 39,5 milioni di euro, al netto di accantonamenti, ammortamenti e tasse.
Gli investimenti per azioni di marketing e comunicazione saranno pari a 34,2 milioni di euro, con l’obiettivo di sostenere lo sviluppo della domanda in Italia e all’estero. Relativamente agli investimenti promozionali, un’accelerazione sarà rivolta al pilastro “mercati esteri” del piano marketing, con investimenti per 14,2 milioni di euro (contro gli 11,9 milioni del 2022 e i 9 milioni del 2021). I restanti 20 milioni saranno allocati negli altri sei pilastri, legati ad attività orizzontali, sviluppo del marchio e campagna pubblicitaria in Italia.
Investimenti per 3,3 milioni di euro saranno destinati ai seguenti programmi: “Premium 40 mesi” per sostenere il segmento del Parmigiano Reggiano a lunga stagionatura (nello specifico, 1,9 milioni), investimenti in attrezzature per i centri raccolta latte (0,7 milioni), progetti di miglioramento del benessere animale e sostenibilità (0,7 milioni).
Durante l’assemblea sono state anche discusse proposte più tecniche che riguardano il piano regolazione offerta 2023-25. In particolare, sono state approvate le proposte di applicazione delle leve di flessibilità dei parametri di avvio del piano, che riguardano la riduzione dell’importo unico base (da 25 a 12,5 euro al quintale), la riduzione dell’importo grande splafonatore (da 40 a 30 euro al quintale) e la riduzione dello sconto scolmatura al 20% dell’importo unico base in vigore nel 2023. Sono stati inoltre aggiornati i criteri di gestione e accesso ai plafond.
«Il 2023 sarà caratterizzato da grandi sfide – ha affermato Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio Parmigiano Reggiano – Per affrontare i problemi legati alle incertezze macroeconomiche causate dal conflitto in Ucraina, al caro energia, all’incremento del costo delle materie prime e a un’inflazione crescente che ridurrà il potere d’acquisto delle famiglie, la parola chiave sarà stabilità.
Per ottenere questo obiettivo sarà fondamentale fare squadra: dovremo infatti collocare sul mercato la produzione più alta della dop (quella del 2021), riuscendo sia a mantenere il Parmigiano Reggiano a un prezzo concorrenziale, in modo che sia accessibile alle famiglie, sia a difendere la redditività delle aziende, che hanno già subito l’aumento dei costi di produzione.
Per sostenere e sviluppare la domanda, abbiamo previsto un piano articolato di investimenti in comunicazione e sviluppo domanda, soprattutto sui mercati esteri, quelli che negli ultimi anni hanno rivelato una potenzialità maggiore.
Questa incertezza economica va governata insieme, passando dalla logica del singolo caseificio a quella del “noi” del Consorzio, per creare nuovi sbocchi di mercato e garantire il futuro della dop».
«La difesa della sovranità alimentare è la possibilità di scegliere i nostri sistemi di produzione e dare al consumatore finale cibo di qualità. Questa è la sfida che abbiamo voluto raccogliere: preservare, difendere e valorizzare le nostre produzioni uniche – ha dichiarato, collegato da remoto, Francesco Lollobrigida, ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste –
Il Parmigiano Reggiano è una delle nostre eccellenze, uno dei prodotti più conosciuti legati al territorio.
Oggi l’Italia in Europa si presenta con la consapevolezza che è fondamentale difendere il nostro sistema produttivo, le nostre imprese e il legame tra il nostro modello produttivo e la nostra cultura. Non bisogna mai dimenticare che dietro ogni nostra azienda c’è economia, modello di sviluppo, ma c’è anche e soprattutto un elevatissimo livello culturale che è legato al rapporto tra uomo, terra e produzione di cibo»
«L’Emilia-Romagna è il cuore agroalimentare del Paese – ha aggiunto Alessio Mammi, assessore all’Agricoltura e agroalimentare, Caccia e pesca della Regione Emilia-Romagna – Il Parmigiano Reggiano è uno dei protagonisti di questa grande storia di tradizione e innovazioni, poiché sa coniugare sviluppo economico, lavoro, sostenibilità del territorio e delle produzioni, cultura del cibo.
I prodotti agroalimentari sono la seconda voce di export dell’Emilia-Romagna, dopo la meccanica e i motori. Le nostre dop e igp valgono alla produzione 3,6 miliardi di euro e il Parmigiano Reggiano rappresenta la fetta più ampia e diffusa di questa eccellenza.
Ma il Parmigiano Reggiano non è soltanto un asset vincente sul piano economico: la sua diffusione in territori rurali complessi, come ad esempio l’Appennino, contribuisce allo sviluppo di quei luoghi e garantisce il reddito agli imprenditori agricoli, che in questo modo possono scegliere di rimanere in montagna e produrre.
Un ringraziamento speciale va al Consorzio di produttori per l’incessante attività di tutela e promozione del nostro formaggio: un impegno quotidiano che contribuisce a valorizzare la dop e consolidare posizioni sui mercati internazionali, anche in questa complessa fase di congiuntura economica determinata dalla guerra e dai rincari di energia e materiali».